Immersioni e patologie respiratorie
Quanto segue non vuole sostituirsi a un parere medico iperbarico, è soltanto un approfondimento per quanto riguarda i rischi che le malattie dell’apparato respiratorio provocano a chi fa subacquea. Ogni subacqueo è responsabile della propria forma fisica ed è tenuto a monitorare la sua salute ad intervalli regolari sotto la supervisione di un medico competente. Noi per contro pubblichiamo questo approfondimento, per fornire un materiale utile a chi sta pensando di iscriversi ad uno dei nostri corsi per sub a Udine.
Quando ci si avvicina alla subacquea per la prima volta o per continuare la propria educazione ci viene sottoposto un questionario medico. Tra le varie domande alcune riguardano precisamente l’apparato respiratorio. Le seguenti sono tratte dal questionario medicale della PADI.
Hai mai avuto o hai attualmente:
- asma, o respirazione rumorosa a riposo o dopo l’esercizio fisico?
- frequenti o gravi attacchi di febbre da fieno o allergia?
- frequenti raffreddori, sinusiti o bronchiti?
- qualsiasi forma di malattia dei polmoni?
- un pneumotorace (polmone collassato)?
La ragione per cui vengono poste queste domane nasce dal fatto che qualsiasi processo o lesione che impedisce il flusso d’aria dai polmoni rende il sub a rischio di sovadistensione polmonare. In pratica dell’aria potrebbe non riuscire ad uscire dai polmoni, risalendo si espanderebbe fino a causare la lacerazione e rottura alveolare creando la concreta possibilità di avere un’embolia cerebrale. Molte malattie interstiziali predispongono al pneumotorace spontaneo: l’asma, la malattia polmonare ostruttiva cronica, le malattie polmonari cistiche o cavitanti possono causare l’intrappolamento di area che come visto porta a rischio di embolia. Nel 1996 l’Undersea and Hyperbaric Medical Society (UHMS) riguardo l’immersione di pazienti asmatici stabilisce che il subacqueo asmatico se asintomatico e con una spirometria normale prima e dopo un test da sforzo può essere considerato a rischio sufficientemente basso di barotrauma o malattia da decompressione e quindi può praticare la subacquea. L’utilizzo di istamina, ipertonicalina o metacolina non sono sufficientemente standardizzati per essere interpretati nel contesto delle immersioni subacquee e pertanto viene sconsigliato a chi usa questo tipo di medicinali di praticare attività subacquee.
Un pneumotorace se si dovesse verificare o ripresentare durante l’immersione potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Man mano che il subacqueo risale, l’aria intrappolata nella cavità si espande e producendo un pneumotorace tensivo.
Oltre al rischio di barotrauma polmonare, malattie respiratorie dovute a disturbi strutturali del polmone o della parete toracica, malattie neuromuscolari possono compromettere le prestazioni sotto sforzo. In immersioni particolarmente profonde l’aria respirata diventa più densa e quindi vi è già un certo sforzo respiratorio che se sommato a quello patologico potrebbe crere seri problemi al subacqueo.