Vaccini Covid-19 e immersioni
Il tema dei vaccini è senza ombra di dubbio sotto i riflettori per una svariata serie di motivi che non cessano di destare polemiche e scetticismi e, alle volte, di portare a divergenze di vedute anche molto accese. Lo scopo di questo intervento non è addentrarsi in una polemica “no” oppure “pro vax”, ma piuttosto spiegare, in maniera semplice e leggera, che cosa fanno i vaccini comunemente usati in Italia nell’attuale campagna di vaccinazione e cosa consigliano gli esperti per la ripresa, post-vaccinazione, delle attività sportive in ambiente iperbarico.
Che cos’è un vaccino?
I vaccini sono delle sostanze di sintesi (create in laboratorio) che, una volta immesse nel corpo, ci rendono immuni, oppure meno vulnerabili, per un arco di tempo variabile, a una determinata malattia. La profilassi, ovvero la maniera in cui i vaccini devono essere somministrati al fine di raggiungere lo scopo enunciato in precedenza, varia enormemente. Ci sono vaccini che vanno ripetuti con cadenza annuale e altri che vanno, invece, ripetuti solamente a distanza di anni.
Come funziona un vaccino?
Per capire un po’ come funzionano i vaccini si devono avere delle basi di biologia: niente di complesso, ma comunque qualcosa che va inizialmente spiegato. Nel nostro corpo ci sono delle cellule che distruggono gli “intrusi” che potrebbero farci del male come, ad esempio, alcuni virus o batteri. Queste cellule si chiamano linfociti. I linfociti, per distinguere ciò che va distrutto da ciò che va lasciato intero, hanno bisogno di trovare e leggere delle “etichette” attaccate agli intrusi che dicano “da distruggere”. Queste etichette si chiamano anticorpi. Gli anticorpi non si appiccicano indistintamente a tutti gli intrusi ma sono specifici per ogni intruso. Supponiamo di avere un cane feroce in casa che sbrani qualsiasi intruso ma solo se vede attaccato ai suoi vestiti una determinata etichetta. Le diverse etichette, come già detto, non si appiccicano indistintamente a tutti i vestiti dell’intruso ma, ad esempio, ce ne saranno alcune che si appiccicano solo sui tessuti in jeans, altre solo sul cotone, altre sulla pelle e così via. Se vediamo, quindi, in casa degli intrusi vestiti di jeans cosa facciamo? Lanceremo loro addosso le etichette che si attaccano al jeans in modo tale che il cane li attacchi e li elimini! Se vedessimo, invece, un intruso con dei vestiti in cotone, non dovremmo fare altro che lanciargli addosso le etichette che si attaccano al cotone affinché il nostro fidato cane lo riconosca, e così via per tutti i vari tessuti. Come noi con le etichette per i vestiti, anche il nostro corpo quando riconosce degli elementi estranei, che si chiamano antigeni, produce specifici anticorpi contro quegli antigeni. Una cosa molto importante da capire è che l’antigene, ovvero ciò che stimola la produzione di specifici anticorpi, non è il ladro in sé, bensì la giacca in jeans. In biologia le giacche in jeans (o le magliette in cotone, ecc) potrebbero essere delle particolari proteine situate sulla superficie di virus o batteri.
Il nostro corpo ha la possibilità di apprendere ciò che è estraneo da ciò che non lo è e in questo modo è in grado di affrontare le continue minacce che riceviamo dai microorganismi che vorrebbero colonizzarci ma che non ce la fanno, proprio perché i nostri linfociti li eliminano costantemente, ancor prima che diventino un problema.
Alle volte, tuttavia, il processo di riconoscimento, lotta e distruzione dell’invasore è complesso e richiede molto tempo ed energie e questo comporta, in soldoni, che ci ammaliamo.
I vaccini, con metodologie diverse, hanno lo scopo di insegnare al nostro corpo a difendersi da virus o batteri dannosi, genericamente detti patogeni, senza dover incappare nella malattia vera e propria.
Sempre riprendendo la metafora di prima: supponiamo di avere un superladro che veste con una giacca in pelle borchiata (antigene), in grado di entrare in casa nostra e da cima a fondo prima ancora che noi capiamo quale etichetta si attacca sulla sua giacca. Come facciamo allora? Abbiamo due soluzioni. Come prima cosa, potremmo, prima dell’arrivo del ladro, spedire nelle casa dei pacchi contenenti le istruzioni dettagliate su come costruire le etichette adatte alla giacca di pelle borchiata del ladro che arriverà. Una volta pronte le etichette e rese disponibili in tutte le case, ecco che se il superladro dovesse arrivare, saremmo già pronti con le etichette giuste.
Estrapolando questa metafora: la giacca di pelle del Covid-19 è una proteina detta protina S (spike) che il virus usa per infettarci ed entrare nelle nostre cellule. I vaccini Pfizer e Moderna usano il seguente stratagemma: iniettano nel nostro corpo dei pacchi contenenti le informazioni necessarie per costruire le etichette giuste e combattere il virus.
Ne parleremo tra poco in dettaglio.
Una seconda strategia per combattere il superladro potrebbe, invece, essere semplicemente vestire un ladro maldestro e scarsamente pericoloso con la stessa giacca in pelle borchiata del superladro e mandarlo a svaligiare le case in anticipo: in questo modo avremmo il tempo di preparare le etichette giuste per la giacca in pelle, poiché il ladro maldestro non avrà fatto grossi danni o rubato nulla di valore.
Questo metodo è quello usato dal vaccino Astrazeneca, ora noto come Vaxzevria, e dal vaccino della casa farmaceutica Janssen, ovvero il Johnson & Johnson.
Quali sono i vaccini attualmente usati in Italia e come funzionano?
In Italia vengono somministrati quattro vaccini: Pfizer, Moderna, Astrazeneca, chiamato Vaxzevria e il Johnson & Johnson.
Pfizer (pacco speciale con le istruzioni di montaggio delle etichette)
Il vaccino Pfizer contiene in un pacchetto speciale una molecola di RNA messaggero (mRNA) che codifica la sintesi della proteina Spike. In parole povere contiene le istruzioni scritte in “cellulese” (mRNA) per farci produrre le etichette (anticorpi) specifiche per la giacche di pelle borchiata (antigene del Covid-19, ovvero la proteina spike). Il pacco speciale è costituito da liposomi, ovvero piccoli agglomerati di grassi.
Il vaccino Pfizer viene somministrato in due iniezioni, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra e l’efficacia più alta è stata dimostrata dopo almeno una settimana dalla somministrazione della seconda dose.
Le reazioni avverse osservate più frequentemente sono rappresentate da sintomi lievi o moderati che insorgono e si risolvono nel giro di pochi giorni come dolore e gonfiore nel sito di iniezione, astenia (facile affaticabilità), cefalea (mal di testa), artromialgia (dolore alle articolazioni e ai muscoli), brividi, febbre, aumento di volume linfonodi ecc.
È possibile, seppur molto rara, l’insorgenza di gravi reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, di pericardite e miocardite.
Moderna (come Pfizer, pacco speciale con le istruzioni di montaggio delle etichette)
Anche il vaccino Moderna contiene le informazioni scritte in “cellulese” tali da farci costruire le etichette giuste per la giacca in pelle borchiata del Covid-19, anche se questa volta il pacco speciale è leggermente diverso. Un po’ come ricevere lo stesso oggetto da due spedizionieri diversi, cambia la scatola ma il prodotto è identico.
Le modalità di somministrazione del vaccino Moderna sono pressoché analoghe a quelle di Pfizer. Cambia l’intervallo tra le dosi, pari ad almeno 28 giorni tra prima e seconda dose.
Anche in questo caso, gli effetti collaterali sono modesti e insorgono e si risolvono in pochi giorni, molto spesso senza necessità di interventi. Come per gli altri vaccini sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico fino allo shock anafilattico, pericardite e miocardite.
Astrazeneca ora Vaxzevria (ladro maldestro con giacca in pelle borchiata)
Questo vaccino ha caratteristiche diverse in quanto costituito da un virus intero usato per insegnare al nostro corpo a costruire le etichette giuste. Il ladro maldestro è rappresentato da un adenovirus di scimpanzé incapace di replicarsi (ecco perché è definito maldestro), modificato appositamente per veicolare l’informazione genetica destinata a produrre la proteina Spike del virus SARS-CoV-2 (in altre parole, ha la giacca di pelle borchiata).
Dopo la somministrazione, l’adenovirus modificato e incapace di modificarsi si lega alla superficie delle cellule del nostro corpo e penetra nella cellula: il ladro entra in casa e comincia a guardarsi attorno, senza però rubare o toccare nulla. All’interno della cellula, il virus fornisce il codice genetico che verrà poi trascritto e tradotto per sintetizzare la proteina Spike del coronavirus e indurre, così, la produzione dei nostri anticorpi. Riprendendo la stessa metafora: il ladro porta con sé la giacca in pelle, dandoci il tempo di vederla e di costruire l’etichetta giusta da poterci appiccicare sopra.
Il vaccino COVID-19 di AstraZeneca è somministrato in due iniezioni. La seconda dose viene data a una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose. Da giugno 2021, il vaccino AstraZeneca viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni.
Le reazioni avverse più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono rappresentate da febbre, cefalea (mal di testa) e artromialgie (dolori alle articolazioni e ai muscoli). In genere si tratta di reazioni non gravi, di entità lieve o moderata che insorgono e si risolvono in pochi giorni. Vale, come per tutti i vaccini, la possibilità, seppur rara, di reazioni allergiche fino allo shock anafilattico. Sono stati riscontrati anche rarissimi casi di coagulazione del sangue in siti insoliti con bassi livelli di piastrine.
Johnson & Johnson (come AstraZeneca, ladro maldestro con giacca in pelle borchiata)
Anche il vaccino Johnson & Johnson, come quello di AstraZeneca, è costituito da un vettore virale che inserisce nelle nostre cellule l’informazione utile per aiutarci a costruire le etichette contro il Covid-19. Il ladro, in questo caso, è rappresentato da un adenovirus umano reso incapace di replicarsi.
Il vaccino Johnson & Johnson è somministrato in un’unica dose.
Le reazioni avverse più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono molto simili a quelle del vaccino di AstraZeneca: febbre, cefalea (mal di testa) e artromialgie (dolori alle articolazioni e ai muscoli). In genere si tratta di reazioni non gravi, di entità lieve o moderata che insorgono e si risolvono in pochi giorni. Vale, come per tutti i vaccini, la possibilità, seppur rara, di reazioni allergiche fino allo shock anafilattico. Sono stati riscontrati anche rarissimi casi di coagulazione del sangue in siti insoliti con bassi livelli di piastrine.
Cosa consigliano gli esperti?
DAN Europe in collaborazione con l’Ispettorato di Sanità della Marina Militare e la Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica (SIMSI), con lo scopo di predisporre raccomandazioni per la ripresa delle attività che comportano esposizione ad ambienti iperbarici nei soggetti sottoposti a vaccinazione anti Covid19 consiglia quanto segue:
- non immergersi per 48/72 ore dalla somministrazione del vaccino se si è soggetti asintomatici; la durata dell’astensione varia anche in base alle competenze specifiche richieste dall’immersione;
- non immergersi fino a 7 giorni dalla somministrazione del vaccino se si è soggetti in cui, a seguito dell’inoculazione, si sono registrati segni o sintomi ad essa correlabili.