Immersioni in grotta e caverna; un’analisi polemica ma dolorosamente veritiera

Le immersioni in grotta non sono per tutti, iniziamo con una triste realtà. Sono sicuramente ambienti incredibili e magici ma necessitano di un approccio disciplinato, richiedono abilità e attrezzature specifiche che non tutti hanno, o peggio, non vogliono avere.

Cosa cambia nelle immersioni in ambiente ostruito come grotte, caverne o relitti?

Mettersi un tetto sopra la testa, sia esso una grotta, un relitto o una caverna, cambia, non di poco, l’approccio all’immersione. In primis si deve essere in grado di risolvere tutti i problemi in acqua, se non proprio da soli, sicuramente con un minimo supporto da parte del nostro compagno di immersione. Questa considerazione implica anche avere un’attrezzatura ridondante, cioè doppia, per tutto: erogatori, primi stadi, bombole eccetera. Unitamente servono  attrezzature specifiche come torce, torce di riserva e in alcuni casi anche caschi o muta stagna. Ah! Quasi dimenticavo, in questo tipo di esplorazioni si deve programmare l’immersione sul serio. Si devono calcolare i consumi, il tempo e la profondità, la regola d’oro “quando arriviamo a X bar torniamo su”, non vale!!

Quanto detto finora dovrebbe già bastare a far i capire dove si vuole arrivare ma visto che vogliamo fare polemica ci addentreremo ancora un po’ più nel dettaglio.

Farsi portare

“Non ti preoccupare segui me!”. troppo spesso si sente questa frase su barche, o diving. Questo epiteto dovrebbe rassicurare un eventuale cliente o subacqueo. Il malcapitato dovrebbe sentirsi rincuorato nel seguire una sorta di John Rambo pinnato che lo porta a visitare ambienti per cui ci vuole attrezzatura o addestramento specifici. Se non fosse chiaro questo approccio è il preludio all’incidente, oltre ad esporsi a rischi non noti, il subacqueo accetterebbe di non essere assolutamente in controllo della situazione affidandosi completamente alla guida, il che, se non fosse chiaro, è sbagliatissimo.

Tu! Si! Proprio tu, istruttore Open Water Diver, come cave diver non vali un C***O!

cave-diver

Se tutti capissero questo punto si sarebbero risparmiati incidenti, anche mortali. La gran parte delle fatalità che avvengono nelle grotte capitano nella maggior parte dei casi a subacquei che, sentendosi troppo sicuri di sé, si sono cimentati in qualcosa per cui non erano pronti. Ci sono istruttori con migliaia di immersioni in acque libere, che si avventurano in grotte pensando di avere le capacità per fare quel tipo di immersioni, in realtà non è così. L’immersione in grotta o caverna prevede un training specifico, con procedure specifiche che, se ignorate, possono costare la vita. Ci vuole un approccio umile. Un subacqueo esperto di acque libere anche con 1000 o più immersioni sulle sue spalle deve ricominciare da zero se vuole approcciarsi a questo tipo di immersioni. Deve ammettere i suoi limiti, mettere da parte il suo jacket gav, le sue split fins, il suo inginocchiarsi sul fondale per insegnare ed imparare. Deve considerare un nuovo approccio all’immersione. Ma non sempre questo è facile, non sempre questo è accettato.

La conclusione

In conclusione vogliamo ribadire tre concetti fondamentali:

  1. Le immersioni in grotta sono meravigliose
  2. Non sono per tutti perché richiedono disciplina, addestramento ed attrezzatura specifiche
  3. Se non accetti il punto 2 e ci vai lo stesso puoi lasciarci le penne, anche se sei un istruttore con “millemila” immersioni.

Dove immergersi in grotta e come immergersi

Ci sono moltissime immersioni straordinarie nel mondo ed in Italia. Per citarne alcune i cenotes in Messico o le grotte di Palinuro sono fra le più conosciute. Visitarle è possibile ma è d’obbligo farlo in sicurezza, avendo guide che richiedano e abbiano formazione, attrezzatura e conoscenze adatte.

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